I residenti, nel numero massimo di sei, si trovano in un ambiente di tipo familiare ricostruito in un alloggio che è stato adeguato alle esigenze e per poter cogliere tutte le seppur a volte minime potenziali possibilità di autonomia sia motoria che di autogestione degli individui.
Supporto e sostegno attivo ai residenti, i volontari diventano anch’essi “strumento tecnico” per la ricerca dell’autonomia, integrando e supplendo ove necessario all’handicap del residente.
In questo quadro la vita comunitaria si svolge nella maniera più semplice e vicina a quella normale, nel rispetto peraltro di alcune regole fondamentali comuni e indispensabili per il buon funzionamento di ogni nucleo familiare e nella fattispecie orari per i pasti, rientri, decisioni comunitarie, rispetto delle esigenze altrui, regole che vengono stabilite comunitariamente di volta in volta.
In linea di massima le mansioni di casa vengono affidate ai volontari che aiutano i residenti, se necessario anche alla cura della propria igiene personale, non escludendo anzi incoraggiando una loro partecipazione attiva; così anche per le mansioni di cucina, cui sovraintendono i volontari vi è un loro impegno attivo, quantomeno nella programmazione del menù, pur tenendo presente la necessità di non dover improvvisare.
I residenti in grado e nella volontà di frequentare corsi scolastici sono messi in grado di farlo, così pure quelli che possono sviluppare attività lavorativa.
Viceversa quando ciò non è ipotizzabile o realizzabile per gravi handicap, viene ricercata la soluzione di minor disagio fisico, culturale, morale per il residente.
Eventuali terapie specifiche vengono praticate da personale specializzato, a volte anche volontario, mentre uno specifico operatore volontario, responsabile dell’aspetto sanitario della comunità, coordina le esigenze e le necessità mediche dei Residenti in collaborazione con il Medico di Medicina Generale di ciascuno di loro.
Un tale programma richiede come detto sia una organizzazione logistica efficiente che la coordinazione necessaria della vita di comunità.
Queste mansioni per la qualità e la mole di lavoro non possono essere affidate ad una persona sola, motivo per il quale vi sono più persone responsabili alle quali vengono affidati mansioni specifiche.
Alcuni, responsabili dei turni, hanno il compito di organizzare i volontari e di presiedere alle mansioni logistiche; il coordinatore, mediante la sua presenza continuativa garantisce la realizzazione delle scelte e la rispondenza alle aspettative comunitarie.
Le figure così individuate costituiscono il perno indispensabile attorno al quale ruota la vita della Casa, è ad esse che ci si deve riferire nei necessari momenti di verifica.
L’esperienza di questi anni ci ha insegnato che i volontari hanno bisogno di un continuo ricambio, non per stanchezza ma perché le vicende della vita spesso li portano a fare nuove scelte, a volte maturate proprio nel seno della comunità, diventa quindi compito fondamentale di ogni volontario cercare nuovi proseliti.